Fare domande semplici a Chatgpt non è una sempre una strategia vincente. Da una disavventura vissuta da un professionista, impariamo a scrivere prompt corretti.

Luglio: tempo di saldi e di Amazon Prime Day. Nella casella di posta di uno sviluppatore arriva un’offerta per un notebook. Qualche giorno prima aveva chiesto a ChatGPT consigli per l’acquisto di una nuova macchina da lavoro, quindi gira subito il link all’AI. La risposta di ChatGpt (modello 4) è entusiasta:

“Compralo se puoi. A 549 €, è un ottimo investimento per almeno 4–5 anni di lavoro produttivo, con margine di espansione, buone prestazioni, design solido e uno schermo superiore alla media.”

Il primo intoppo

Solo all’arrivo del portatile, il programmatore (che ha preferito fidarsi ciecamente di AI e dedicarsi invece ai tanti lavori in consegna prima delle ferie) si accorge di un grosso problema: il notebok dispone di appena 512 GB di SSD. Si fa notare la cosa a ChatGPT, che ammette candidamente che per un portatile da sviluppo oggi possono essere pochi. Soluzione proposta: SSD esterno. L’idea non è sbagliata — gli SSD moderni sono affidabili — e arriva il suggerimento di un Crucial X9. Ordine effettuato.

Il secondo intoppo

Quando l’SSD esterno arriva, emerge un altro problema: l’unica porta USB-C utile è occupata dall’alimentazione. ChatGPT (che prima non aveva considerato l’aspetto delle porte) propone un hub/replicatore USB-C con pass-through di ricarica. Nuova spesa, nuovo test.

Al collegamento compare un avviso: l’alimentatore rilevato potrebbe non erogare potenza sufficiente, il sistema continuerà a funzionare ma potrebbe non rendere al massimo. In pratica: si ricarica, ma con possibili limiti di performance quando tutto è collegato. Quest’ultima problematica si rivelerà comunque, alla prova dei fatti, trascurabile.

Il conto finale

Cosa impariamo (davvero) da questa storia

La lezione non è “non fidatevi dell’AI”, ma come usarla bene. I modelli linguistici tendono ad essere accondiscendenti e a “seguire” il tono della domanda. Se chiediamo “Mi piacerebbe comprare questo, che ne pensi?”, spesso cercheranno conferme, non problemi.

Una mini-checklist per acquisti tech con l’AI

  • Definisci requisiti non negoziabili: RAM, SSD minimo, numero e tipo di porte (quante USB-C? una dedicata alla ricarica?), display, peso.
  • Chiedi esplicitamente i trade-off: “Cosa perdo scegliendo questo modello rispetto ad alternative in fascia prezzo simile?”
  • Verifica accessori e compatibilità: hub con power delivery adeguato ai watt richiesti, cavi inclusi, eventuali limiti del pass-through.
  • Stima i costi nascosti: “Ci sono spese probabili per rendere il setup completo? (SSD esterno, dock, alimentatore più potente…)”
  • Pretendi un confronto strutturato: tabella pro/contro, alternative 2–3, e scenario d’uso (sviluppo, VM, container, build, AI local).
  • Chiedi il “piano B”: cosa fare se una specifica è insufficiente (p.es. come espandere storage interno vs esterno).

Conclusione

L’AI è uno strumento potente, ma serve una domanda potente. Niente domande suggestive o troppo generiche: meglio ragionare step by step, con vincoli chiari, verifiche e scenari. Così l’AI smette di essere compiacente e diventa davvero utile.

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Last Update: 28 Agosto 2025